IL VALORE DEL BENE ASSICURATO
Le stime assicurative consentono all’assicurato di reintegrare il proprio patrimonio danneggiato o distrutto in conseguenza di un sinistro, indennizzabile a termini di polizza.
Nel “Ramo Incendio – Rischi Industriali”, il reintegro del patrimonio si concretizza normalmente nella liquidazione di un importo come controvalore del bene “nello stato in cui esso si trova al momento del sinistro”.
La perdita patrimoniale legata al danneggiamento o alla perdita del bene sarà quindi compensata dall’ indennizzo pagato dalla Compagnia che, salvo clausole particolari, non potrà essere superiore ad un “valore d’uso” del bene stesso (di incerta quantificazione). Questo approccio non è sempre in linea con le effettive esigenze dell’Associato: l’interesse infatti non è tanto (o solo) il reintegro di una perdita patrimoniale, quanto la rapida ripresa dell’attività lavorativa che il sinistro ha interrotto, dotandosi di un bene uguale o equivalente.
È per questo che viene data la facoltà all’Assicurato di coprire anche quella differenza di costo che dovrebbe sostenere per ricostruire o rimpiazzare “a nuovo” il bene distrutto, o la sua parte danneggiata. È evidente che l’impresa, attraverso i propri responsabili, dovrà preliminarmente scegliere quale criterio assicurativo scegliere (sulla base delle valutazioni, di sua responsabilità) e conseguentemente i criteri di quantificazione delle somme assicurate secondi gli specifici criteri di estimo assicurativo.
Individuare i beni e stimarne il valore da assicurare in termini di estimo assicurativo è un aspetto particolarmente critico per il corretto funzionamento del meccanismo assicurativo in caso di sinistro, sempre di responsabilità delle figure apicali dell’impresa.
L’ “estimo assicurativo” differisce sensibilmente dai più utilizzati criteri di valutazione aziendali. È infatti proprio la divergenza dei criteri di valutazione all’origine di funzionamenti non rispondenti alle attese delle parti in fase di liquidazione del danno. In Italia non esistono dati ufficiali, ma si stima che i valori comunicati siano sottostimati almeno per il 40%: sinonimo di insufficiente protezione del patrimonio aziendale, che può compromettere la continuità operativa aziendale e generare litigiosità in caso di sinistro, con ulteriori ritardi nelle pratiche di liquidazione del danno.
È in questo quadro che si inserisce lo strumento della “stima assicurativa”: soddisfa i principi di estimo assicurativo, viene richiesta dall’assicurato ad uno stimatore esterno di fiducia anche per la Compagnia di assicurazione, il costo è sostenuto dall’azienda assicurata.
Oltre 40 anni di attività dimostrano l’interesse dell’impresa – e dei suoi organi di controllo e stakeholders – a conoscere i valori per la conservazione del patrimonio, ottenendo la “promessa” della non applicazione di deroghe all’ applicazione della regola proporzionale.
Così, l’utilizzo corretto e completo della stime assicurative dà luogo ad un efficace meccanismo di aggiornamento continuo delle informazioni di base necessarie per l’operatività delle coperture assicurative, di notevole interesse per l’azienda assicurata, per quanto riguarda i beni assicurati ed i loro valori.
– Imparzialità di giudizio
– Chiarezza dei riferimenti
– Ottimale conoscenza dei “numeri”
Sono le tre condizioni alla base del nuovo rapporto fra gli attori coinvolti: l’assicurato non è più “solo" di fronte alle proprie esclusive responsabilità, la “stima assicurativa” è servizio erogato da operatore indipendente riconosciuto, la Compagnia conosce gli aspetti necessari per la corretta quotazione.
Scopri, nei prossimi articoli, la funzione delle stime assicurative o stime preliminari ai fini assicurativi, gli scopi collaterali dello strumento, le sue peculiarità, come valutarne l’utilità per la tua impresa.