Codice della Crisi d’impresa e dell’Insolvenza: quali sono i nuovi obblighi per le società?

codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza

Il 1° luglio 2022 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Legislativo n° 83 con le modifiche apportate al Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. Questo decreto, come stiamo evidenziando nei convegni ormai da tempo, prosegue nella strada di allineamento normativo in svariati ambiti: dal 15 Luglio 2022, anche i criteri per la precoce emersione della crisi si basano sui medesimi principi di quelli già previsti dal codice civile, dai profili di responsabilità nella conduzione aziendale (e tra questi anche la “normativa 231”), le agevolazioni finanziarie e fiscali del PNRR, la valutazione della solvibilità da parte degli istituti di credito (e, a breve, anche delle Compagnie di Assicurazione).

Come noto, il nuovo codice della crisi d’impresa passa dall’idea di “fallimento” a quella di “stato di difficoltà economico-finanziaria che rende probabile l’insolvenza del debitore, e che per le imprese si manifesta come inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici a far fronte regolarmente alle obbligazioni pianificate”.

Il termine “probabile” apre la strada ad un approccio “risk based”, dove il rischio è l’emersione progressiva nel tempo di una probabilità che l’azienda possa trovare difficoltà a rispettare le proprie scadenze negoziali e di conseguenza ritardare progressivamente i pagamenti a una o più tipologie di creditori.

Il fine ultimo del nuovo decreto è riuscire a rilevare precocemente uno stato di difficoltà aziendale – effettivo o prospettico – prima che la situazione complessiva peggiori fino al manifestarsi di situazioni di insolvenza.

1. In che modo è possibile rilevare precocemente uno stato di difficoltà aziendale?

Situazioni di crisi d’impresa sono legati ad approcci di risk management applicati in prevalenza (ma non esclusivamente) sui rischi di liquidità, proprio perché la probabilità di insolvenza si basa, nel nuovo approccio introdotto, su ritardati pagamenti, attesi o meno che siano.

Questo è il motivo per cui la nuova normativa conferma l’obbligo per tutte le aziende di dotarsi di un “adeguato assetto organizzativo” (leggasi: sistemi di controllo e di gestione) in grado di monitorare gli andamenti patrimoniali ed economico-finanziari in modo da far emergere rischi di continuità operativa.

In pratica, ogni impresa (anche PMI) dovrà almeno dotarsi di un sistema di gestione della tesoreria non solo per la gestione delle attività relative e l’analisi degli andamenti passati, ma soprattutto adeguato a produrre budget attraverso un approccio forward looking.

Per rendere affidabile (leggasi: “adeguato”) il sistema di budgeting di tesoreria, le aziende dovranno essere in grado di valutare e monitorare la capacità dei propri clienti di onorare il rispetto degli impegni finanziari sottostanti alle operazioni di vendita.

Per poter supportare quindi il sistema di gestione della tesoreria ormai da più parti richiesto, questo dovrà essere affiancato da un sistema di gestione del credito.

2. Perché la gestione della tesoreria è così importante?

La gestione finanziaria di ogni impresa ha assunto nel tempo livelli di importanza sempre maggiori, mentre la relativa struttura è sempre più messa sotto pressione da crisi finanziarie, evoluzione delle regole per l’accesso al credito, performances dei concorrenti.

 

La tesoreria è una materia complessa, e numerosi sono gli elementi che devono essere considerati per una sua adeguata gestione: analisi dati, pianificazione finanziaria, gestione di crediti e debiti, controlli operativi, ecc.

L’obiettivo della gestione della tesoreria deve essere quello di assicurare il controllo dei flussi di cassa prevedendone le più probabili evoluzioni: solo in questo modo l’azienda può rispondere positivamente alle richieste dei propri stakeholders (in primis: banche e assicurazioni) e dell’imprenditore (continuità operativa, equilibri di gestione, remunerazione degli investimenti). In assenza di marginalità finanziarie, difficilmente l’impresa potrà rimanere sul mercato.

3. Le competenze di OTA

Figure chiave in OTA hanno partecipato a tavoli tecnici per la redazione di norme specifiche di settore e fornito consulenza a primarie aziende in tema di gestione del credito e della tesoreria.

Inoltre, la partecipazione a Commissioni di Studio presso Ordini Professionali su argomenti inerenti alla finanza e alla sostenibilità d’impresa ha consentito lo sviluppo di competenze interdisciplinari e la configurazione di servizi di elevato standard tecnico a costi estremamente competitivi.

I servizi OTA in tema di:

  • verifica degli equilibri economico-finanziari in linea con i più attuali criteri di analisi delle istituzioni finanziarie (banche, fondi di investimento, investitori, piattaforme di finanziamento creditizio, ecc.);
  • rating advisory;
  • sistemi di gestione per il credito e la tesoreria;

consentono all’azienda di integrare le competenze dei propri consulenti, a tutto vantaggio sia dell’imprenditore (per la riduzione delle responsabilità introdotte dalle normative sopra citate), che dell’azienda (miglioramento della competitività, accesso a nuove risorse finanziarie, miglioramento dei propri margini).

4. Richiedi una consulenza personalizzata

Il Team OTA è a tua disposizione per valutare la situazione della tua impresa: ti basterà scriverci e sarai subito contattato per verificare l’opportunità di procedere con attività specifiche.